Tappa 2 – Memoria Resistente

Partenza: Novi di Modena (MO)
Arrivo: Marzabotto (BO)
km 100

Guarda diario di viaggio

Programma della giornata

ore 8.30
Novi di Modena (MO)
Partenza dal Campo Angelina

ore 10.30
Marzabotto (BO)
Arrivo alla Fondazione Scuola Di Pace Di Montesole
Una giornata di incontri e riflessioni. Di sentieri partigiani e di commemorazioni. Per una memoria viva e resistente (guarda programma della giornata)

Memoria Resistente | 25 Aprile 2013 Monte Sole-Marzabotto

Per il 25 aprile non potevamo fare una scelta diversa. Ci riconosciamo integralmente nel progetto della Scuola di Pace Monte Sole e nei percorsi di studio, incontro ed elaborazione della memoria che la scuola propone a associazioni, scuole e cittadini. Riprendiamo dal sito www.montesole.org spunti per un’azione viva e creatrice della memoria, che cercheremo di fare nostri in questo viaggio che vuole essere di conoscenza, formazione e consapevolezza.

Tra il voler capire troppo e troppo presto di coloro che hanno spiegazioni per tutto e il rifiuto di capire dei sacralizzatori a buon mercato indugiare in quello scarto ci è parsa l’unica via praticabile.
Giorgio Agamben, Quel che resta di Auschwitz, 1998

La nostra ricerca si colloca nel solco aperto dal dibattito storiografico, in corso da più di dieci anni, sul rapporto tra Resistenza e popolazioni civili, sulle dinamiche delle stragi nazifasciste in Italia, sulle elaborazioni delle differenti, e spesso discordanti, memorie legate a quelle stragi. Tale dibattito riflette profondamente sulle radici stesse dell’identità nazionale italiana del dopoguerra e sulla “memoria fondativa della Repubblica Italiana”.

Crediamo che sia necessario aprire un discussione più ampia su queste tematiche anche relativamente agli eccidi di Monte Sole, la cui memoria pubblica tanto ha segnato la politica del ricordo nell’Italia del secondo dopoguerra.

Memoria pubblica e memorie individuali

Riteniamo importante indagare a fondo il rapporto tra la costruzione di una memoria ufficiale gestita attraverso le celebrazioni, le monumentalizzazioni, il discorso pubblico e le molteplici memorie individuali o collettive dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime.

Questi ultimi sono portatori di memorie, tra loro talvolta estremamente diversificate, che vengono elaborate e rielaborate anche in relazione a particolari eventi storici o avvenimenti della propria storia personale. Come emerge anche dalle interviste, spesso le memorie sono discordanti fino ad arrivare a rappresentazioni totalmente opposte del medesimo fatto. Risulta quindi interessante ai fini del nostro studio non tanto la ricerca di una ricostruzione storica attendibile degli eventi accaduti (che attribuisce valore di verità all’una o all’altra rappresentazione), quanto piuttosto il riportare alla luce le differenti interpretazioni dei vari protagonisti e le stesse deformazioni indotte dalla memoria.

Come dice Portelli: “Non esistono solo una memoria “ufficiale” e “ideologica” da un lato e una memoria autentica e pura dall’altro (per cui una volta decostruita la prima possiamo affidarci alla verità della seconda), ma una molteplicità di memorie mediate sul piano ideologico, culturale, narrativo”.

L’analisi di questa molteplicità di memorie, dei rapporti che tra esse intercorrono e del dialogo anche teso (e spesso ideologico) che si sviluppa tra loro nel corso degli anni, ci possono fornire uno sguardo complesso e composito sulla storia della II guerra mondiale dei successivi 60 anni a livello locale e nazionale.